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Incontro con Luca Umena

In una pagina del suo diario William Blake aveva scritto:

I savi vedono i contorni e perciò li disegnano.

Verità persino banale nella sua evidenza… Le cose, siano esse materiali o immateriali, oggetti o idee, hanno sempre dei contorni, dei confini che le separano l’ una dall’altra e ci permettono di distinguerle. La ragione umana si apre e funziona quando instaura le differenze, quando decide che questo non è quello e che una cosa non è il suo contrario. Alla base di ogni forma di rigore e di pensiero critico si trova sempre questa capacità di dividere e differenziare ( non per nulla criticare viene da krinò che significa appunto distinguere, separare, differenziare).

E Blake, che era un incisore, questo ovviamente lo sapeva bene. Sapeva bene quanto fosse importante tracciare solchi e linee di separazione.

Blake però era anche un poeta e un pittore, e soprattutto era un mistico ( e come tutti i mistici aveva una visione un po’ “sfocata” della realtà).

Così non ci deve sorprendere se in un’ altra pagina del suo diario troviamo scritto:

I pazzi vedono i contorni e perciò li disegnano.

Affermazione completamente opposta alla precedente, più oscura e sotterranea, ma non per questo meno vera. Perché se è vero che le cose hanno contorni e sarebbe irragionevole non vederli, è altrettanto vero che esse non li hanno, ed è da pazzi disegnarli… Perché i contorni che tracciamo, se ci sono, non sono così certi e definiti come ci piace immaginare. Perché la loro linea serve non solo a distinguere e separare, ma anche a unire e collegare, e consente non solo di segnalare differenze e variazioni, ma anche connessioni e analogie …

E allora non è solo da savi vedere i contorni e cercare di tracciarli, ma, come suggerisce Blake nel suo aforisma, è anche da pazzi.

 

Luca Umena insegna Matematica e Fisica al Liceo Classico di Orvieto. La relazione che presenta trae spunto da una sua recente conferenza al Festival Internazionale della Scienza di Genova.

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